Quante volte avete visto qualcuno che al ristorante si è portato a casa l’avanzo del pasto?

Personalmente una sola volta, molti anni fa in valle d’Aosta, e per giunta la signora che ha richiesto al cameriere di poter raccogliere la pizza rimasta in un cartone pulito non era italiana! Sarà un caso?

Oggi, che da quel giorno sono passati circa dieci anni, quanto sono cambiate le nostre abitudini? Al ristorante, richiediamo normalmente di poter portare a casa gli avanzi del nostra cena?

Lascio a voi la risposta! Io sono convinto che, anche se in aumento, sono ancora poche le persone che richiedono gli avanzi del proprio pasto per portataseli a casa.

Quando ero bambino, mi ricordo che durante i pranzi di matrimonio, compleanni, comunioni e cresime, mia Nonna, di nascosto, raccoglieva gli avanzi di cibo in un panno, quello che poteva, e lo portava a casa. Fette di arrosto, fette di torta, insomma quello che poteva, stando attenta a non sporcare la borsa! Se penso a quei momenti e alle facce dei parenti, adesso mi viene da sorridere, ma allora, i visi contrariati erano severi nel condannare, l’azione inconsulta di mia Nonna, come una cosa da non fare. Una vergogna!! Mia Nonna però, saggia ed economa, tirava dritto per la sua strada e di tutti qui giudizi, anche un po’ fastidiosi, non si preoccupava.

La Guerra aveva lasciato segni indelebili nella sua memoria, e a chi la guardava con compatimento, diceva sempre che nel mondo ci sono persone che muoiono di fame e che sprecare cibo si fa peccato mortale!

Aveva ragione!

Oggi, nonostante tutto quello che viviamo e che vediamo attraverso la TV, non abbiamo ancora imparato la lezione e continuano a vergognarci al solo pensiero di richiedere al cameriere un contenitore per portare a casa l’avanzo del nostro cibo.

Perché?

Perché rimaniamo ancora ancorati a questo folle atteggiamento? Dobbiamo forse dimostrare che il cibo non ci manca e che abbiamo i soldi per comperarlo (e sprecarlo!)? Perché mentiamo quando, facendo la scelta giusta, diciamo che il cibo è per il cane?

No gente, l’avanzo del cibo non è per il cane, è per me, per mia moglie e per i mia figlia!

E smettiamola di chiamare Doggy Bag il contenitore per raccogliere il cibo!

Primo, perché non è per il cane!

Secondo, perché il nostro cane non è un impianto di smaltimento a cui far digerire di tutto!

Terzo, perché nascondere una scelta giusta, socialmente rispettosa nei confronti di quelle persone che sono in difficolta e sostenibile per l’ambiente, non è onesta intellettuale.

Il cambiamento da un modello di economia lineare ad un modello di economia circolare, ha bisogno di impegno. Non è per niente semplice educare più generazioni di persone ad un cambiamento così profondo, e per fare ciò c’è bisogno di un allineamento di pensiero, che aiuti tutti, adulti e bambini, a capire l’importanza della riduzione delle materie prime, del riuso e del riciclo delle stesse, compreso il cibo.

Se continuano a chiamare il contenitore del cibo avanzato Doggy Bag, non facciamo altro che interrompere questo circuito educativo verso il modello circolare. Non sto esagerando, sto solamente dicendo che l’educazione passa, anche attraverso il corretto uso delle espressioni e dei termini, che generano nelle persone, nuove e diverse consapevolezze. Educare al cambiamento vuole dire anche generare convinzione nelle azioni che si andranno ad effettuare. Così, una persona che è convinta di fare una cosa giusta, nel richiedere l’avanzo del proprio cibo per consumarlo in un secondo momento, esercita il suo potere di individuo senza il ridicolo fardello del giudizio degli altri.

Nelle scuole, si dovrebbe educare a questa azione, incoraggiando gli insegnati, i bambini e i ragazzi a portarsi a casa l’eventuale avanzo di cibo del proprio pranzo fornito dalla mensa scolastica, per consumarlo in famiglia, magari a cena. La scuola dovrebbe esaltare il significato del concetto spreco alimentare, attraverso azioni concrete, per esempio creando e nominando a rotazione mensile, una commissione di ragazzi che segue il destino del cibo avanzato della mensa, così da creare in loro il necessario interesse verso questo tipo di problema.

Coinvolgere le persone nelle azioni è uno dei modi più efficaci per educare al cambiamento.

Quello del Doggy Bag è solo un appiglio per ribadire che per cambiare gli atteggiamenti, a cui siamo abituati, c’è bisogno anche di nuove espressioni, che spoglino le persone da vecchi comportamenti considerati  sbagliati o addirittura vergognosi.

Quando al ristorante chiederete al cameriere di poter portare a casa gli avanzi della vostra cena, ricordatevi di sottolineare che non è per il cane, ma che è per voi, per il vostro consumo, solo così possiamo tramettere il messaggio che sprecare il cibo, gettandolo nella pattumiera, oggi, non è più consentito!

 

 

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