Pochi giorni fa mi è capitato di ri-twittare un post di @rubio_chef apparso sul suo profilo Instagram che aveva come tema lo spreco di cibo. Una fotografia emblematica, quella di Chef Rubio, di quello che succede nelle città italiane, nell’occasione Milano, al momento dell’happy hour: “Questa foto l’ho scattata qualche giorno fa a Milano, ed è l’emblema della società che ormai abbiamo intorno a noi. Il cibo purtroppo si è sempre sprecato, ma ora più che mai e’ diventato l’incontro dell’effimero, del vuoto cosmico e una religione da seguire pedissequamente, pena il blocco dai social… finché andrete ad aperitivare senza senso in giro (ao namo la’ che famo tappo così risparmiamo), in locali scadenti, per far cassa questi vi offriranno senza sosta cibo ancor più scadente che manco li cani, e che inesorabilmente finirà nel pattume ogni notte così fino a chiusura locale (se spera)… un appello a voi popolo dei risvoltini e dal click facile che uscite solo per non sentire la puzza della solitudine che ve se magna…per favore, state a casa se potete, cucinate per gli amici (se ne avete) che così facendo risparmierete soldi e salute… e magari potrete fare la battaglia a chi commenta più ferocemente un piatto (come sempre, senza cognizione di causa) come vi hanno insegnato in TV e darete un senso alla vostra giornata. Con amore, il vostro più acerrimo nemico”
Al di là, del post di Chef Rubio, che comunque ci restituisce uno spaccato della vita quotidiana nelle grandi città, quello che emerge è che siamo ancora lontani dal capire profondamente quali siano le implicazioni che i nostri atteggiamenti quotidiani possono avere sull’ambiente e sugli uomini. Malgrado quello che stiamo vivendo, il cambiamento verso un modo di vivere più sostenibile è difficoltoso. Mentre gran parte dei paesi occidentali e da qualche tempo anche la Cina, stanno guardando oltre, introducendo politiche circolari e nonostante qualcuno dica che l’Italia è tra i primi posti a livello europeo riguardo le politiche ambientali, io penso che ancora molto dobbiamo fare per staccarci dalle nostre abitudini quotidiane molto anni ottanta.
La cultura del recupero, soprattutto del cibo, ma non solo, deve essere oggi, più che mai, spinta in qualsiasi ambito educativo. Capire che avere cibo è un bene prezioso e che gli scarti organici, la frazione organica, possono diventare fonte di energia e nutrimento, deve diventare un concetto normale.
Fino a circa 25 anni fa, la frazione organica dei Rifiuti Urbani finiva insieme all’indifferenziato nelle nostre discariche, creando una serie di problemi molto complessi. Con questi problemi, ancora oggi, ci stiamo confrontando, affinché i danni causati, per esempio dal percolato prodotto all’interno di queste discariche, non vada ad intaccare le fade acquifere sottostanti, minacciando la salubrità delle acque ad uso potabile. La lotta è ancora lunga, visto e considerato che sul territorio nazionale di discariche autorizzate e non, ce ne sono ancora moltissime e quasi tutte in pessime condizioni sia strutturali che gestionali.
Allora, perché recuperare i rifiuti organici, soprattutto quelli derivanti dagli RU sta diventando importante? Gli ultimi dati, riguardo alla produzione di questo rifiuto, dimostrano che all’interno di tutta UE la produzione sta aumentando ed entro il 2020 sarà circa il 10% in più.
Si parla di circa 138 milioni di tonnellate all’anno di rifiuto organico di cui 88 milioni sono costituiti da rifiuti urbani
La produzione annuale totale di rifiuti alimentari nell’UE dei 27 è di 89 milioni tonnellate (179 kg procapite). Se non si interverrà entro il 2020 si arriverà a 126 milioni di tonnellate (+ 40%)
L’Italia, per cercare di contenere la produzione di rifiuto organico, insieme alla Francia, unici due paesi in Europa, ha da poco adottato una importante Normativa sullo spreco alimentare, che ha come obiettivo, favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale, destinandole in via prioritaria all’utilizzo umano. La riduzione della produzione dei rifiuti organici attraverso l’eliminazione degli sprechi porterebbe un notevole risparmio economico. Inoltre la prevenzione può determinare una serie di conseguenze positive che vanno dalla riduzione delle emissioni di CO2 equivalenti, alla trasformazione dei Rifiuti Organici in ammendanti per l’agricoltura o in energie rinnovabili – L’uso di compost, consentirebbe di migliorare tra il 3% e il 7% dei terreni agricoli impoveriti dell’UE affrontando il problema del degrado dei suoli europei.
Oggi tutti noi, in modo sia consapevole che inconsapevole, siamo alle prese con una produzione abnorme di rifiuti – gli imballaggi degli alimenti non ci facilitano la vita! – e ogni giorno produciamo una grande quantità di rifiuti, che diligentemente suddividiamo in frazioni omogenee, al fine di migliorarne il recupero o il riciclaggio. Anche la frazione organica, che spesso durante la giornata è una quantità importante (percentualmente vale circa il 35 % in peso dei Rifiuti Urbani totali) deve esser suddivisa dal resto. Carni, ortaggi, fiori, pane, gusci di crostacei, gusci di uova, ossa, fondi di caffè, bustine del thè, fibre naturali come cotone, lino, canapa e lana, bucce di frutta, foglie, pezzi di legno, carta di giornale, fazzoletti di carta e carta da cucina, compongono la frazione organica potenziante riciclabile.
Ma nella vita quotidiana, come possiamo diminuire la produzione di questo rifiuto?
7 consigli
- Evitale di fare gli Happy hour!! Ovviamente scherzo, ma quello che sostiene Chef Rubio, …per favore, state a casa se potete, cucinate per gli amici (se ne avete) che così facendo risparmierete soldi e salute…, non è sbagliato. Evitare situazioni dove si ha la certezza che una gran parte del cibo viene buttato (in discarica!), aiuta a diminuire la nostra produzione giornaliera di rifiuti organici;
- Utilizzate ricette che vi permettono di recuperare il cibo avanzato. Ci sono moltissime ricette semplici e gustose che possono essere riutilizzate il giorno dopo, bisogna solo scoprirle per esempio qui: Cucina degli avanzi!;
- Se abitate in case singole o a schiera, e comunque se avete uno spazio, un terrazzo o un balcone, e coltivate da voi i vostri ortaggi, procuratevi un compostatore da casa, vi permetterà di produrre con gli scarti organici del soffice compost, che vi servirà come ammendante o terriccio da rinvaso;
- Calibrate bene la spesa! E’ importante acquistare solo ciò che ci serve e che sappiamo andremo a consumare. Questa è una regola d’oro per evitare di avere il frigo pieno di cibo scaduto, che inevitabilmente finirà nella pattumiera. L’esercizio dell’acquisto calibrato, non è semplice, soprattutto se siamo stati abituati ad avere tutto, ma dico proprio tutto, in casa e se in famiglia siamo numerosi, ma come tutti gli esercizi, ci permetterà di capire l’importanza di sprecare il meno possibile e risparmiare sulla spesa.
- Quando fai un pranzo o una cena al ristorante, e ti capita di avanzare qualcosa, non avere timore di chiedere al ristoratore di prepararti un contenitore con gli avanzi*. Questa abitudine che da noi in Italia, poco frequente, è un altro modo per non sprecare cibo e creare rifiuto organici.
- Cerca sempre di essere un ambasciatore di questo concetto. Quando ti capita non rinunciare a spiegare agli altri che si, si può azzerare lo spreco di cibo e la conseguente produzione di rifiuto organico, ci vuole solo un po’ di attenzione e dedizione. Anche in questo modo, seppur in maniera indiretta, potrai contribuire a ridurre la quota di questo rifiuto.
- Se proprio non riuscite a seguire questi consigli, vi rimane solo lo sforzo di raccogliere la frazione umida in modo corretto, facilitando in questo modo il lavoro degli impianti di recupero a cui il vostro Comune si affida per lo smaltimento di questa frazione di RU.
La cultura del recupero è alla portata di tutti, bisogna solo diventare consapevoli e capire che le nostre azioni portano a degli effetti, che alcune volte non sono in linea con i nostri principi presunti, ma che ci danneggiano e danneggiano il nostro ambiente di vita.
* Generalmente il contenitore che si chiede ai ristoratori per portarsi il resto del pasto a casa, si chiama Doggy Bag, ma io preferisco non usare questo nome, semplicemente perché nasconde, in modo anche insensibile, il profondo significato del recupero, che sta alla base del concetto di circolarità.
Libri consigliati:
- Contenitore per compost domestico;
- Fare il compost – di Ludovic Martin e Pascal Martin
Link di approfondimento:
- Italia prima in green economy in Europa ma è percepita come il fanalino di coda – La Repubblica
- Post GreenMe: COME RICICLARE GLI AVANZI: LA GUIDA PER NON BUTTARE PIÙ IL CIBO NELLA SPAZZATURA – 2011 Scritto di Ilaria Brambilla;
- Dagli scarti della frutta un nuovo materiale: Fruit Leather
- PROVING THAT FOOD WASTE IS RIPE FOR INNOVATION: TWO UK EXAMPLES